Una nuova uscita per la collana Weird Tales di Editoriale Cosmo che fa rivivere gesta e personaggi del Canone di Arthur Conan Doyle.
Vedere Sherlock dietro le sbarre fa sempre un po’ impressione per un motivo semplice: il suo lato “dark” ci porta a non escludere mai del tutto che possa davvero essere colpevole delle accuse che gli vengono rivolte. Holmes è un cocainomane, misantropo dalla mente geniale e troppo veloce per il suo tempo e per tutti coloro che lo circondano. Gli unici due personaggio che gli abbiano mai davvero tenuto testa sono Irene Adler e James Moriarty ed entrambi non sono esattamente i vicini di casa che vorremmo avere (o forse sì?).
Nella sceneggiatura scritta da John Reppion e da sua moglie Leah Moore (figlia di Alan, scrittore e occultista britannico autore di un capolavoro come “V per Vendetta“) Holmes viene accusato di omicidio e quello presentato nell’albo a fumetto “Il processo“, è un classico giallo della camera chiusa. Presunta vittima del detective è sir Samuel Henry, ex vice commissario della polizia metropolitana, morto a causa di un colpo di pistola nello stomaco nel suo letto, mentre giace gravemente malato. L’uomo contatta Holmes attraverso una lettera sostenendo di essere in grave pericolo: qualcuno vuole ucciderlo e se non si farà trovare in casa nel momento giusto per i killer, Londra verrà nuovamente scossa da terribili esplosioni, come quelle già verificatesi nell’Est End.
Prende avvio così una storia che mescola una classica trama gialla ad alcune vicende politiche che intrecciano i destini di Inghilterra e Germania, ma che vede Holmes protagonista marginale con l’azione tutta condotta da Watson e Lestrade compagni fidati di Holmes che dovranno fare in modo di scagionare il loro amico. Eppure Holmes c’è, ed è in realtà il vero e solo protagonista di questo fumetto.
Le tavole a colori sono opera di Aaron Campbell, mentre la copertina è realizzata da Tony Aviña. Si tratta di disegni molto belli anche se la color ricorda un po’ troppo il mondo Marvel. Rimane il fatto che alcune tavole con le riproduzioni della Londra holmesiana più classica, fra pioggia, carrozze e strade umide di pioggia, non mancano e permettono al lettore amante del Canone holmesiano di ritrovarsi a suo agio nel mondo creato dal fumetto.
L’unica nota stonata è la resa di Holmes: il disegno si allontana non di poco dall’immagine che conosciamo del detective, mostrandocelo un po’ “imbolsito” e un po’ poco affascinante, nonostante quest’ultima sia una delle caratteristiche, anche se non la principale, dell’Holmes creato da Sidney Paget, illustratore vittoriano che rese immortale la figura del detective sulle pagine dello Strand Magazine.
Consigliato: nì
Adatto agli sherlockiani: sì
Da leggere più volte: no
John Reppion e Leah Moore
Il processo
Editoriale Cosmo, 2019
euro 5,90