B-Movie del 2010 prodotto dalla famigerata casa di produzione Asylum: Sherlock e John alle prese con dinosauri, draghi e piovre giganti; pessimo e spassoso.
Forse qualcuno di voi ha visto (o ha sentito parlare) di “Sharknado” uno dei trash movie più citati e famosi degli ultimi dieci anni. Si tratta di uno di quei film che diventa molto famoso per la sua assoluta bruttezza. Inquadrature senza senso, effetti speciali da luna park, buchi di trama grandi come una pizza gigante, attori riesumati da vecchie serie e altre chicche simili. Questo film con protagonista Sherlock Holmes arriva da quella stessa casa di produzione lì. La recensione potrebbe finire qui, ma dato che l’ho trovato spassosissimo, continuo.
Il film è un classicissimo B-movie, ossia una di quelle pellicole pensate per diventare subito dvd senza passare dal via e che cercano di seguire la scia di film più famosi che hanno sbancato al botteghino. Ecco quindi “Sherlock Holmes e la corona d’Inghilterra” diretto da Rachel Goldenberg (regista che sembra aver preso parte solo a capolavori della Asylum in una sorta di connubio matrimoniale): un film che presenta, nell’ordine: qualche elemento divertente, qualche elemento tecnico non del tutto brutto, buchi di trama da far spavento, un dinosauro, un drago, una donna robot e una piovra. Non si può resistere oltre.
Dunque, la trama è questa: Sherlock e John leggono sul giornale, mentre fanno colazione, che una nave inglese è scomparsa misteriosamente dopo essere stata attaccata da una creatura mostruosa, così come racconta l’unico provvidenziale superstite alla sciagura, un marinaio di lungo corso. Watson fa la parte dello scettico, il piccolo Sherlock (l’attore è davvero basso…) invece, non se la sente di dare per scontata la pazzia del marinaio. Iniziano le indagini: i due si troveranno ad avere a che fare con un piano complicatissimo e super difficoltoso per poter uccidere la sempre verde Regina Vittoria.
Dicevo che qualche elemento buono c’è: intanto il film è uno svuota-mente perfetto. Inutile guardarlo con l’occhio dell’appassionato holmesiano “canonicista”, servirebbe solo a creare una immediata necessità di Malox e non è nemmeno quello lo scopo della pellicola. In secondo luogo, se i dialoghi fra i due sono perlopiù terribili, qualche piccolo sprazzo divertente c’è. Terzo: le ambientazioni, i costumi e la fotografia giallognola non sono malaccio. Siamo nello steam punk puro, ma non fastidioso. Quarto: i due attori, al netto del fatto che Sherlock è più basso di John (no, dai…), non sono per nulla fuori fuoco rispetto alle fattezze dei personaggi che ricorrono nella nostra mente; in particolare Watson non mi è per nulla dispiaciuto (ricorda quasi un giovanissimo Nigel Bruce).
Veniamo alle cose pessime, fra le quali alcune scene lunghissime senza nessun motivo (per esempio quella della discesa di Waston dal costone di roccia per vedere i resti di una nave che in realtà non c’è), oppure l’inseguimento fra i due eroi e il dinosauro in un bosco che è chiaramente un parchetto cittadino, oppure il fatto che le iniezioni fatte da Watson agiscono con una velocità davvero sciocca e incredibile. Infine, il personaggio del fratello di Holmes non è un cattivo credibile (no, non si chiama Mycroft…) e il fatto che Sherlock abbia un secondo nome non ha nessun vero scopo se non quello di aggiungere un elemento un po’ a caso, ma che serve a chiudere il film. Gli effetti speciali sono meno terribili di tanti altri visti nei film marchiati Asylum, e anche i mostri non sono poi così mostruosi.
In conclusione, quindi: se avete modo di vederlo da Prime Video di Amazon, vi concederete un’ora e qualcosa di svago puro, ma non guardatelo aspettandovi un film che segua gli standard o che non pesti i calli ad Arthur Conan Doyle. Se invece lo troverete in streaming ancora meglio, ma non azzardatevi a comprare il dvd, a meno che, come me, non siate collezionisti fuori di testa.