La stanza di Sherlock

Mistero alla libreria Sherlock Holmes – Recensione

Se partite con basse aspettative, vi ricrederete, come ho fatto io, perché Vicky Delany ha fatto centro utilizzando il Grande Detective nel modo giusto.

Con quella copertina e quel titolo, con l’avvicinarsi dell’autunno e dopo un’estate che mi aveva spento qualsiasi voglia di giallo, non ho potuto fare a meno che comprare questo volume nuovo nuovo edito da Newton Compton editori. Dicevo delle aspettative basse: ero titubante perché conosco abbastanza bene il mondo editoriale e conosco anche bene il mondo di Holmes quindi so che spesso il suo nome viene utilizzato come specchietto per lettori. Un po’ come si fa ultimamente per alcune mostre d’arte: avete presente? “La grande mostra di Monet”, poi entri dopo avergli sborsato almeno 20 euro e quello che ti ritrovi sono 3 bozzetti a matita scarabocchiati sui tovagliolini del bar preferito di Monet, e i quadri che Monet avrebbe apprezzato se fosse vivo oggi.

Mi aspettavo, insomma, che alla fine Holmes c’entrasse poco o nulla nel libro se non per un nome e un po’ di atmosfera. Invece, cara la mia scetticona che non sono altro, il libro è un omaggio ben scritto che solletica i cuori di tutti quelli che amano Holmes ma lo fa senza pestare i piedi a nessuno e senza arrogarsi il diritto (o il coraggio) di sfruttarlo come personaggio principale. Insomma, vale la pena di leggerlo: ma adesso vediamo perché.

Uno scorcio di Cape Code dove è ambientato il romanzo: non vi ricorda niente? È qui che ha sede la libreria di Gemma Doyle

LA TRAMA

Intanto il libro di Vicky Delany, australiana e autrice di più di quaranta romanzi nonché ex programmatrice informatica che cercava di sfuggire alla routine di madre di tre figlie con la scrittura, è un cozy mistery ambientato negli Stati Uniti, precisamente a Cape Code, una penisola nello stato americano del Massachusetts che sembra il set della Signora in Giallo (e questo vi dice molte cose su che atmosfera troverete nel libro, ma ci torniamo dopo). Gemma Doyle è la protagonista, ha 35 anni, un quasi matrimonio alle spalle e una libreria emporio dedicata a Sherlock Holmes eredità morale e fisica di uno prozio, Arthur (per forza…) che è vivo e vegeto, sia ben inteso, ma vuole viaggiare e farsi gli affaracci propri, non certo servire i clienti dell’emporio, anche se la sua passione per Holmes è sempre viva. Gemma rinnova lo spirito del locale facendone non solo una libreria ma un luogo ricco di oggetti da collezione: se siete stati al Museo di Sherlock a Londra, ecco, quella cosa lì. Libri, statuine, dvd, oggettistica, poster e qualche libro anche raro e vecchiotto ma niente di inestimabile.

Se non dovessi guadagnarmi da vivere, terrei la libreria come biblioteca privata. Non ci farei entrare nessuno. Potrei continuare a ordinare le nuove uscite e rileggere i miei vecchi libri preferiti

-Gemma Doyle

Gemma e la sua amica Jayne che gestisce la caffetteria della signora Hudson proprio lì affianco (con tanto di porta comunicante e riunioni di lavoro ogni pomeriggio) vivono la loro vita fra turisti impallinati con Holmes, comitive di signore in gita al mare e chiacchiera fra loro, quando un pomeriggio Gemma trova infilata fra gli scaffali una copia di quello che sembrerebbe il Beeton’s Christmas Annual, una rivista datata 1887 che contiene (Eldorado dei collezionisti holmesiani) la prima pubblicazione di “Uno studio in rosso” – per la quale Doyle, per inciso, non venne mai pagato. Chi lo ha lasciato lì? E come mai la donna che sembra la principale indiziata del gesto viene ritrovata stecchita in hotel? Gemma e la sua intelligenza abduttiva, il suo amore per i dettagli e il suo carattere non proprio facilissimo, saranno la chiave per districare la questione in una lotta contro la polizia che come spesso accade non ci ha capito un bruscolo e anzi sta accusando proprio Gemma di avere qualcosa a che vedere con tutta la faccenda. Ah, uno dei capoccia dei gendarmi è Ryan Ashburton, ex amore vero di Gemma.

L’autrice con la pila dei suoi romanzi e un collage delle copertine originali della serie con Gemma Doyle

Sì, ma com’è questo libro?

Quello della Dalany è un romanzo molto godibile ed estremamente furbo nel senso buono del termine. Abbiamo un giallo classico ben scritto – e autoconclusivo nonostante quella con Gemma Doyle e la libreria Sherlock Holmes sia una serie di 10 libri, il prossimo uscirà il 19 novembre negli USA – e tanti elementi che lo rendono irresistibile per chi ama le atmosfere serene ma sempre intriganti della Signora in Giallo. Nulla mi toglie dalla testa che la Delany abbia saccheggiato a piene mani dal mondo stupendo creato alla fine degli anni Ottanta da da Peter Fischer, Richard Levinson, William Link. Non lo fa copiando, anzi, ma ricreando e suggerendo. La caffetteria di Jayne è quella di Mara dei romanzi della Signora in Giallo, il paesino in cui Gemma, inglese di nascita, si trasferisce, è la copia sputata di Cabot Cove; le dispute con i vicini di negozio sono una copia carbone dei pettegolezzi della costa del Maine; Gemma indaga perché capace di farlo ma ignorando le indicazioni di “starsene alla larga” della polizia.

Una piccola parte della mia collezione: potrebbero essere scaffali della libreria di Gemma

E Sherlock? Ecco, per quello dico che è un romanzo “furbo”: se amate il detective di Baker Street qui ci ritroverete tutto quello che vi piace ma non in termini di mimetismo. Delany inserisce molti riferimenti al mondo dei collezionisti e amatori di Holmes: romanzi, film, serie tv, libri. Cita più volte anche i bellissimi romanzi di Laurie King con protagonista Mary Russel e Holmes (ve ne ho parlato qui e qui). Insomma, se amate Holmes vi sentirete a casa e l’unica cosa che vorrete fare è prenotare un biglietto per Cape Code e sperare che la libreria e Gemma siano reali. Ah, e non dimentichiamoci che vorrete anche accarezzare Moriarty e Violet, rispettivamente gatto e cane di Gemma.

Non è un romanzo “alto” ma nel suo essere semplice è perfetto e ben scritto: una lettura che vi farà venire voglia di leggere altro della Delany. Unica pecca secondo me? È ambientato in estate, anche se l’atmosfera estiva non è predominante e potreste anche fare finta – senza fatica – che sia autunno.

Consigliato: senza dubbio
Adatto agli sherlockiani: sì, certamente
Da leggere più volte: 
perché no, merita