Una raccolta di racconti di un giornalista e scrittore contemporaneo di Doyle (nonché suo amico) che mette all’opera una detective piena di talento e intuizione accompagnata dal suo fidato Wats… no, Saxon!
Una cosa che non si può negare a George Robert Sims è la sua incredibile poliedricità. Questo omone dalla barba folta e dal baffo vittoriano, nato a Londra nel 1847 e lì morto nel 1922, si è ritrovato a vivere nel pieno nella golden age del giallo, ha avuto amici incredibili, condotto indagini su Jack Lo Squartatore (confidando una soluzione al mistero nella sua autobiografia), inventato una lozione contro la calvizie, scritto centinaia di articoli, parecchie piece teatrali, realizzato vere e proprie inchieste sugli slums londinesi e sulle condizioni deprecabili in cui viveva la popolazione più povera della città, e fatto in modo di portare l’attenzione pubblica su un caso di scambio di identità che si concluse con l’assoluzione del condannato e una grazia del Re di Norvegia. Ho il fiato corto solo dopo averlo scritto, figuriamoci a viverla una vita così.
Ma siamo qui non solo per conoscere le mirabolanti avventure di Sims ma anche per sapere come sono i suoi racconti gialli in cui la detective Dorcas Dene, conduce indagini complicate risolvendole con grazia e acume. Quindi, iniziamo.
Dorcas Dene e Sherlock Holmes
Nel periodo definito dagli holmesiani come “il grande iato”, ossia gli anni in cui Arthur Conan Doyle smise di scrivere le avventure del detective avendolo precedentemente fatto finire fra i vorticosi flutti delle cascate di Reichenbach, Sims inventa la figura di Dorcas Dene, ex attrice di talento che si trova per caso a diventare, prima assistente di un ex ispettore di Scotland Yard e poi, presa confidenza con la professione, una vera detective privata al servizio dei cittadini londinesi.
Le due raccolte di racconti di Sims vengono pubblicate, la prima, nel 1897 e la seconda nel 1898 ed ebbero un discreto successo. In Italia sono state pubblicate per la prima volta nel 2022 dalla casa editrice Il Palindromo che darà alle stampe anche la seconda raccolta all’inizio del 2024.
Dorcas prende ispirazione da Holmes? Certamente, come era inevitabile che fosse, non solo perché Sims e Doyle si conoscevano bene (frequentavano anche lo stesso crime club, ne parliamo dopo) ma perché lo scrittore era un fan di Holmes e i racconti di Dorcas sono ricchi di riferimenti e omaggi proprio al detective di Baker Street.
Com’è questo libro?
I racconti creati da Sims riflettono la sua grande passione per le vicende criminali complesse. Il primo volume apre con il racconto “Il concilio dei quattro” primo omaggio holmesiano che introduce la figura di Dorcas. Fin da subito la sua storia abbatte uno stereotipo di genere tipico vittoriano presentandoci una ex attrice che ha deciso di dare una svolta insolita alla sua vita lavorativa, sposata con un uomo non vedente che la sostiene nelle sue scelte ma che sostanzialmente lei mantiene, e senza figli ma con un cane, Toddlekins “nostro più fedele amico e custode”. Il ricco contesto di ispirazione di Sims emerge pienamente: fin da ragazzo l’autore, infatti, frequentò grazie al padre commerciante e alla madre presidente di una associazione per le condizioni lavorative delle donne, una quantità di scrittori, giornalisti, artisti e progressisti molto folta, rimanendone influenzato.
Le avventure della detective vengono narrate da un biografo, Mr. Saxon, un drammaturgo ormai in pensione vecchia conoscenza di Dorcas che rispunta per caso nella sua vita divenendone il biografo e anche l’assistente in casi particolarmente difficili o nei quali la sicurezza della Dene potrebbe non essere garantita.
Si tratta di racconti ben strutturati dal punto di vista della trama gialla e alcuni di essi sono davvero intricati. Quello che ho amato di più è “Il misterioso milionario” che mi ha sorpresa e tenuta sulle spine fino alla fine. Non in tutti i racconti il ritmo e le vicende reggono il confronto con Doyle (un confronto difficile, va detto) ma Dorcas Dene, se non risulta particolarmente originale nella forma, lo è nel personaggio stesso e anche nell’ingegnosità delle vicende. Il libro mi è piaciuto molto e trovo che, oltre a tenere compagnia, la sua lettura sia un tassello importante per chi ama i gialli classici.
Dorcas e Sherlock cosa hanno in comune?
- L’ironia sottile e pungente anche se sempre nei limiti della creanza
- L’uso dell’osservazione scientifica, della logica e il metodo ipotetico deduttivo
- La presenza di un aiutante che li ammira, li stima e diventa parte della loro famiglia
- La capacità di essere assertivi al punto giusto
- La capacità di travestirsi per le indagini rendendosi irriconoscibili
Il club del crimine, una chicca
Fra le cose curiose che ho scoperto studiando la storia di George Robert Sims c’è la sua adesione ad un club del crimine al quale, come accennavo prima, partecipava anche il suo amico Arthur Conan Doyle. Il club si riuniva presso il Carlton Club – tutt’ora in attività e guardando le foto è davvero un posto bellissimo e fuori dal tempo – e il suo obiettivo era riunire scrittori, giornalisti, avvocati, medici e letterati appassionati di criminologia per parlare dei casi più famosi cercando di portare nuova linfa anche a vicende che, apparentemente arenate nel fango di una giustizia in cui metodi erano ancora agli esordi.
Ovviamente durante le cene del club furono moltissime le discussioni sul caso di Jack lo Squartatore di cui lo stesso Sims si era occupato lungamente con articoli e cronache, arrivando ad elaborare una sua teoria che imputava gli omicidi a Montague John Druit, un avvocato e insegnante londinese che venne ritrovato apparentemente suicida nel 1888 nei pressi di Chiswick lungo le rive del limaccioso Tamigi. Ma la cosa ancora più sorprendente è che lo stesso Sims – così come Doyle – finirono nella lista dei sospettati non ufficiali per gli omicidi di Whitechapel, senza che questo avesse mai un seguito giudiziario.
Sempre grazie alla passione di Sims per la giustizia e le vicende intricate, il caso di scambio di identità che vide protagonista Adolf Black sul finire dell’Ottocento – un chimico norvegese accusato ingiustamente di truffa aggravata – venne portato all’attenzione dell’opinione pubblica dagli articoli di Sims, e Black venne graziato e scarcerato nel 1904. Anche Doyle fece una cosa simile ma ne parleremo in un altro articolo.
Godetevi appena potrete i racconti di Dorcas Dene, ne vale la pena.
Consigliato: senza indugio
Adatto agli sherlockiani: certamente
Da leggere più volte: Sì, non sarebbe male