Una raccolta di racconti ci introduce ad uno dei più famosi ed amati giallisti giapponesi del mondo, ammiratore sfegatato di un certo Poe.
di Giuseppe Spanu, ospite della Stanza
Nel cartone animato Detective Conan il protagonista Shinichi, per indagare meglio, cela la sua identità sotto lo pseudonimo di Conan Edogawa. Se il nome Conan è palesemente ispirato a sir Arthur Conan Doyle, Edogawa arriva invece dal famoso scrittore giapponese Edogawa Ranpō (1894-1965). Provate a pronunciare “Edogawa Ranpō” più volte a voce alta… Se vi sembrerà di notare una vaga somiglianza con l’autore de La lettera rubata non vi sarete sbagliati, perché Hirai Tarō (vero nome di Edogawa) era un ammiratore di Edgar Allan Poe e assunse un nome omofono del suo idolo nella pronuncia giapponese.
Lo scrittore
Edogawa è noto soprattutto per aver creato l’investigatore Akechi Kogoro, che nel corso degli anni mutò aspetto e caratteristiche: dal 1925 fino al 1930 Akechi si presentava come un detective dilettante, trasandato e spettinato, senza fissa dimora e senza un lavoro stabile, ma vero genio nella soluzione dei casi di omicidio. Nei primi racconti Akechi considerava un delitto solo come un interessante enigma da risolvere: per lui non era importante che il colpevole fosse consegnato alla giustizia ma che le sue deduzioni si rivelassero corrette.
Dopo il 1930 Edogawa decise di migliorare l’immagine di Akechi facendolo diventare un investigatore privato, colto e raffinato, un vero dandy che veniva affiancato da un aiutante, Yoshio Kobayashi e da un club di giovani detective.
Ma com’è questa raccolta, quindi?
Eccetto La poltrona umana e Il bacio, la raccolta edita da Atmosphere, contiene i primi casi di Akechi Kogoro, fino al 1929. Ne Il delitto della salita D. entra in scena per la prima volta Akechi: accompagnato da un amico, si reca in un negozio di libri usati ma là trova la moglie del proprietario morta per strangolamento. Non ci sono tracce dell’assassino e neanche di un movente, tuttavia a questo strambo detective basterà un unico dettaglio per risolvere il caso.
Nel racconto Il test psicologico l’ingegno di Akechi sarà fondamentale per incastrare l’assassino, già noto ai lettori sin dalle prime pagine: dopo aver analizzato il test psicologico a cui il criminale è stato sottoposto, si accorgerà di un particolare cruciale che dimostrerà la presenza del colpevole sul luogo del delitto.
Ne La banda della mano nera Akechi userà la sua astuzia e le sue congetture per risolvere un caso di apparente rapimento, e decripterà alcuni messaggi indecifrabili lasciati dai rapitori. Occhi nella soffitta è sicuramente il racconto più affascinante della raccolta, nel quale il lettore viene catapultato nelle ossessioni di un maniaco come nel Cuore rivelatore: la maggior parte della storia è occupata dal racconto dello squilibrato e solo nelle ultime pagine comparirà Akechi Kogoro, che riuscirà a fargli confessare l’assassinio con uno stratagemma, per verificare la sue supposizioni sul delitto.
Il bacio è un caso in cui la deduzione completamente sbagliata di un marito geloso porta a conseguenze catastrofiche. La poltrona umana è uno dei racconti più famosi di Edogawa Ranpō, sul quale possiamo solamente dire che forse sarebbe sempre opportuno controllare una poltrona che si ordina in un catalogo, prima di sistemarla in casa, perché potrebbe contenere qualche spiacevole ospite. Il racconto è un gioco di incastri che coinvolge il lettore sino al finale sorprendente.
Questa raccolta di racconti è consigliata ai lettori che vogliano conoscere uno dei giallisti nipponici più famosi e approcciarsi alla letteratura poliziesca giapponese.
Edogawa Ranpō
La poltrona umana e altri racconti
Atmosphere, euro 12.90