I romanzi di Barlow sono thriller che non si leggono solo per sapere come andranno a finire, ma soprattutto perché si viene letteralmente catturati dai microcosmi che rappresentano.
Di Roberto Cocchis
James Barlow è, purtroppo, un autore che non è stato mai molto celebre presso il pubblico italiano; e oggi si può dire quasi completamente dimenticato.
La vita
Nacque il 1° dicembre 1921 a Birmingham. Durante la Seconda Guerra Mondiale, si arruolò nella Raf e fu destinato alla contraerea, ma dopo qualche tempo gli fu diagnosticata la tubercolosi e fu spedito in un sanatorio in Galles, dove restò fino al termine del conflitto. Dopo la guerra, tentò la carriera giornalistica scrivendo articoli per riviste di aeronautica ma, dopo il matrimonio con Joyce Margaret Everiss, dal quale sarebbero nati tre figli, preferì la sicurezza economica di un impiego da ispettore presso l’acquedotto di Birmingham, scrivendo narrativa nel tempo libero.
Dopo aver collezionato parecchi rifiuti editoriali, esordì nel 1956 con The protagonists, un thriller molto originale, al quale non era estraneo l’influsso di uno dei suoi autori prediletti, Graham Greene. Ma fu solo con il quarto libro, The patriots (1960), che divenne abbastanza famoso da poter lasciare il lavoro e vivere solo dei diritti d’autore.
Nonostante l’esistenza grigia, quasi impiegatizia, in cui scriveva regolarmente per tre ore al giorno ogni mattina e poi riempiva il tempo libero di passeggiate solitarie in cui si concentrava su quanto avrebbe scritto l’indomani, Barlow era un uomo interiormente molto inquieto, incerto sulla propria collocazione politica, intensamente religioso senza sentirsi parte di nessuna confessione, deciso a scrivere di personaggi normali in circostanze apparentemente banali che però poi si rivelano eccezionali, tema solitamente escluso dagli interessi degli scrittori di successo, come se avesse voluto colmare un vuoto, rivolgendosi a un pubblico insoddisfatto della solita narrativa.
Nell’ultima parte della sua vita, decise di trasferirsi lontano, forse perché infastidito da problemi di salute. Nel 1969 se ne andò in Tasmania con tutta la famiglia, ma non si trovò molto bene e nel 1972 tornò indietro, stabilendosi a Cork, in Irlanda. Qui morì, per un improvviso attacco di cuore, il 30 gennaio 1973.
Cosa scrive BArlow
Barlow è un autore cui piace dar corpo a romanzi tanto moderni nel modo di affrontare i temi della società del suo tempo, quanto tradizionali nel loro solido impianto, quasi ottocenteschi nel mettere in scena personaggi solidamente costruiti e caratterizzati. Nell’universo di Barlow, i richiami ai valori cristiani e a una morale universale sono continui, ma ciò che accade è governato da circostanze incontrollabili, non da una volontà superiore. L’uomo può solo decidere di essere all’altezza o meno di ciò che il destino gli metterà davanti, e non c’è nessuna grande differenza tra chi è buono e chi è cattivo, chi è giusto e chi sbaglia. Un solo attimo, una decisione presa senza valutarne le conseguenze, o valutandole in modo sbagliato, possono fare la differenza tra l’elevarsi verso il Bene o lo scivolare verso il Male, dopodiché la strada per il primo sarà una difficile e impervia salita, quella per il secondo una discesa ripida da cui non sarà più possibile risalire.
Le opere
Delle sue opere (14 romanzi e un libro di non-fiction), solo 3 romanzi sono stati tradotti in Italiano: The protagonists, Term of trial e The patriots. Il primo, attualmente, è nel catalogo Sellerio, con il titolo Torno presto. Il secondo, è ancora abbastanza facilmente reperibile nell’edizione Guanda degli anni ’90 (titolo: L’anno crudele). Il terzo è uscito una sola volta con Bompiani nel 1962 (titolo: I duri) ed è molto difficile, ma non impossibile da trovare.
Recensione
L’elevatissima qualità narrativa delle sue opere permette di parlarne in dettaglio anche correndo il rischio di infastidire un certo tipo di lettore con quello che si definisce “spoiler”. Infatti, i romanzi di Barlow sono thriller che non si leggono solo per sapere come andranno a finire, ma soprattutto perché si viene letteralmente catturati dai microcosmi che rappresentano, e non si riesce a venirne fuori finché non si arriva alla conclusione. Sono libri che fanno pensare, libri da rileggere anche più volte. Ciò nonostante, se a un lettore interessa solo “chi è l’assassino”, è meglio che non legga le righe che seguono.
Al centro della vicenda di Torno Presto, che si svolge tra il Galles e Londra tra i primi anni ’40 e la metà degli anni ’50, c’è la figura di Olwen, una ragazza gallese dal grande cuore e dalla bellezza vistosa e maledetta. Tre uomini si innamoreranno di lei, ma nessuno di loro la avrà. I primi due, Joe e Stephen, che incontra a qualche anno di distanza l’uno dall’altro, non ne avranno la possibilità, travolti nel vortice della guerra che spegne prematuramente le loro vite, lasciando a Olwen il dolore e il rimorso di non aver regalato loro l’ultimo attimo di felicità. Il terzo, l’austero ispettore di polizia MacIndoe, non potrà averla perché, quando la incontra per la prima volta, Olwen è già morta. L’unico a godere dell’amore intenso e sincero di Olwen è anche l’unico che non la meriti, l’unico per cui rappresenta solo una delle tante facili conquiste. Roy, che prima la illude e poi, dopo averla messa incinta, al suo rifiuto di troncare la relazione, la uccide.
MacIndoe è un uomo profondamente religioso, ma dilaniato da dubbi esistenziali; è anche l’unico che, davanti al cadavere scomposto di Olwen ritrovato in un boschetto della periferia londinese, non se ne lava le mani con la scusa che, in fondo, è soltanto una delle tante “poco di buono” che hanno giocato col fuoco e se la sono cercata. Mentre i giornali e i pettegolezzi distruggono la reputazione della povera ragazza e i genitori, distrutti dal dolore e dalla vergogna, la fanno seppellire lontano da casa, MacIndoe si fa un punto d’onore di restituirle l’onorabilità, non potendo più ridarle la vita. L’esame della corrispondenza e degli effetti personali di Olwen confermano l’idea che MacIndoe si era fatto di lei e gli forniscono qualche flebile traccia, cui però il poliziotto si dedica con tutte le energie, fino a trovare il filo che lo porterà a incastrare Roy, che nel frattempo si crede al sicuro.
Il romanzo è diviso in tre parti, corrispondenti a tre diversi modi di proporre l’intreccio tramite tre punti di vista e tre stili narrativi diversi (alla Rashomon, per usare un’espressione ormai abusata): La vittima, in cui si ricostruisce la vicenda di Olwen dal suo punto di vista, fino a un istante prima della morte; L’assassino, in cui Roy racconta in prima persona delle circostanze in cui la conobbe e la uccise, e di come cercò di far sparire le tracce del delitto; La polizia, che segue il lavoro oscuro ma assiduo di MacIndoe dal momento in cui, accorrendo in seguito a una segnalazione, scopre il cadavere di Olwen a quello in cui torna a casa dopo l’arresto di Roy.
James Barlow
Torno Presto
Sellerio
euro 10,50