Nata da meno di due anni, la casa editrice “Le Assassine” pubblica romanzi contemporanei e vintage inediti e solo scritti da donne. Ci spiega tutta la storia la fondatrice del progetto.
Quando si parla di letteratura di genere ed in particolare di letteratura gialla, la prima donna che ci viene subito alla mente è Agatha Christie e il suo successo strepitoso. Eppure la letteratura a tinte fosche e misteriose è piena di altre scrittrici eccezionali, alcune delle quali praticamente sconosciute nel nostro paese. Ecco che Tiziana Elsa Prina, traduttrice ed editor, ha deciso di dare vita ad una casa editrice, Le Assassine, che da voce alle pagine del presente e a quelle del passato scritte da sole donne, testi inediti nel nostro paese. Tiziana è stata ospite nella Stanza, si è accomodata su una delle due poltrone davanti al camino e ci ha raccontato la storia di questo progetto e ci ha dato un po’ di consigli di lettura.
Parliamo di scrittrici di romanzi gialli. A parte la mitologica Agatha Christie sembra non esserci nessun’altra, come mai?
Già la prima domanda mi trova in difficoltà, perché in realtà ci sono moltissime eccellenti scrittrici del passato e anch’io mi domando come mai siano note solo Agatha Christie, Dorothy Sayers, Margery Allingham o Anna Katherine Green o ancora Mary Roberts Rinehart. Una risposta potrebbe essere che le più note hanno scritto parecchio e hanno avuto editori che le hanno sapute valorizzare, insomma hanno goduto di un buon marketing. Non per sminuire l’importanza di Agatha Christie, ma ci sono altre autrici che hanno saputo costruire ottime trame scrivendo in modo eccellente, eppure sono cadute nell’oblio.
Esistono delle differenze standard fra i gialli scritti da donne e quello scritti da uomini?
Un’osservazione che mi sento di fare così con immediatezza è che nei gialli scritti da donne vi è una maggiore capacità di descrivere certi stati psicologici, mentre negli uomini trovo che vi sia più una tendenza a trame d’azione.
La vostra casa editrice, Le Assassine, ha dedicato un’intera collana al giallo vintage femminile: qual è l’autrice che consigliate di leggere prima di tutte e perché?
Potrei rispondere che ogni “scarafone è bello a mamma sua” e che quindi è molto difficile fare una scelta, ma se proprio proprio va fatta, direi che il primo vintage Luna di miele da incubo di Marie Belloc Lowndes coinvolge, per l’atmosfera che ci riporta completamente nella Parigi di inizio Novecento. E poi proporrei anche All’una e trenta per la capacità dell’autrice di immedesimarsi nella figura dell’ispettore cieco Damon Gaunt, uno dei primi nella storia del giallo a investigare, seppure con questa menomazione.
Da dove è nata l’esigenza di creare una casa editrice specializzata in una verticalità editoriale così particolare?
Più che un’esigenza è stato come chiudere un cerchio. Ho sempre amato viaggiare: ho fatto durante gli anni dell’università l’accompagnatrice turistica in giro per il mondo, ho vissuto e lavorato all’estero. Una volta tornata in Italia ho lavorato come traduttrice editoriale, come lettrice per diverse case editrici e anche come redattrice di una rivista universitaria. Poi per una serie di eventi mi sono trovata a frequentare le fiere internazionali dei libri (ho trattato come agente letterario la vendita di diritti con editori vietnamiti, serbi e coreani). In occasione delle fiere mi sono detta: perché non mettere insieme tutte le esperienze che ho e pubblicare io stessa i libri che mi interessano? A questo proposito ero rimasta molto delusa per la mancata pubblicazione di una scrittrice saudita a cui tenevo molto da parte di una casa editrice che si era impegnata a farlo.
Ad una scrittrice di gialli di oggi, che “maestra” della detective stories consigliereste come maestra da leggere e rileggere?
Non una ma molte, perché ciascuna ha qualcosa da insegnare o per il tipo di scrittura o per le tecniche che usa. Faccio un esempio preso dal prossimo libro vintage che pubblicheremo. Margaret Armstrong è stata giudicata una delle migliori autrici del passato, ricorrendo con maestria alla tecnica narrativa “Had I But Know” (Tradotto: “Se lo avessi saputo”), dove il narratore si rammarica di non aver prevenuto i fatti criminosi e di aver messo in pericolo la propria vita. Un’altra autrice come Dorothy Bowers , che fece parte come Agatha Christie del prestigioso Detection Club, fondato negli anni ’30 dai più famosi giallisti inglesi, ci insegna a inserire indizi nel contesto delle sue storie, indizi che sono sapientemente messi per sviare il lettore e creare suspense (sono le cosiddette aringhe rosse, termine preso dalla caccia alla volpe, dove per terminare l’inseguimento della preda da parte dei cani venivano messe delle aringhe che disorientavano il loro fiuto) . Insomma non c’è una sola maestra da cui apprendere.
Che ruolo ha avuto la letteratura gialla classica nell’affermazione del ruolo della donna come scrittrice per mestiere?
Leggendo molte biografie di scrittrici del passato, la letteratura gialla come quella definita rosa era un modo per emanciparsi economicamente: all’inizio del secolo erano molto comuni le riviste che pubblicavano racconti e più di una autrice vi collaborava per ricavarne un compenso. Comunque credo che tuttora sia un sogno mantenersi solo con la scrittura, anche se fortunatamente non sono più i tempi in cui ciò era considerato disdicevole.
In editoria, oggi, esistono differenze nella considerazione tra un romanzo scritto da una donna e quello scritto da un uomo?
Credo sempre meno, anche se per esempio all’estero esistono associazioni di scrittrici (ne conosco parecchie che si occupano del genere giallo) che, statistiche alla mano, dichiarano come percentualmente i libri scritti da uomini siano oggetto di maggior attenzione e dunque di un numero maggiore di recensioni.
Qual è il titolo che vorreste assolutamente pubblicare nella vostra collana vintage?
Ci piacerebbe pubblicare un titolo ancora inedito in Italia (se esiste) della Sayers, per questo sono in contatto con chi ne detiene ancora i diritti.
Quali sono le caratteristiche che avete tenuto in considerazione per selezionare i gialli classici al femminile che ospitate (e ospiterete) nella vostra collana?
Prima di tutto ci accertiamo che non sia mai stato tradotto in precedenza (controlliamo sempre che non esista una traduzione, anche se molto vecchia), poi consideriamo la scrittura, che non deve essere banale o dozzinale, e infine la trama, che deve reggere fino alla fine senza incongruenze o punti irrisolti. È brutto chiudere un libro con una sensazione di delusione, perché il finale non è all’altezza delle aspettative.
Qual è fra i libri che avete già pubblicato quello che, data la sua “datazione”, vi ha sorpreso di più?
Senz’altro All’una e trenta di Isabel Ostrander, pubblicato nel 1915; tolta una certa patina inevitabile del tempo vi si trovano elementi sorprendentemente attuali.
Veniamo al sodo: dove si trovano i vostri libri?
Abbiamo dei distributori regionali, poi vi è Amazon e gli altri store online, ma proprio in questi giorni stiamo approntando l’e-commerce, per cui i nostri libri si potranno ordinare direttamente dal nostro sito sia in versione cartacea che digitale.